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Il fantasma di Tenco e la grammatica di Megan Gale

Nessuno cita il cantautore se non sottovoce e l' albergo dove morì non esiste più: «Lavori in corso»
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SANREMO

- Non esiste nessuna suite 219, non esiste più neppure l' hotel Savoy ma il complesso Savoia, «alloggi e box auto in vendita» si restaurano vetri e stucchi déco, «vietato l' ingresso ai non addetti ai lavori». Non potendo ordinare un sopralluogo, il procuratore Mariano Gagliano ha ricostruito la piantina della camera in cui il 27 gennaio 1967, alle 2 e 15 del mattino, un colpo di pistola ha ucciso Luigi Tenco. «Sono in corso nuovi accertamenti della polizia giudiziaria» comunica la Procura, non è esclusa la riesumazione della salma. Tenco è un fantasma. Qui oggi non lo nomina nessuno, se non sottovoce. Una domanda fugace a Tony Renis «lo ricorderete in qualche modo?» risposta rapida: «Sorpresa». Il direttore di RaiUno Del Noce si fa fotografare con le dita a V come Churchill dopo la resa della Germania, senza attendere i dati Auditel sullo scontro con Canale 5 che dà un film di Mel Gibson. Ressa attorno a Megan Gale e Bruno Vespa. Il procuratore che ha riaperto il caso Tenco lavora sul fascicolo originale, a suo tempo curiosamente sottratto all' inceneritore, benché l' inchiesta fosse stata chiusa rapidamente: suicidio. Omicidio dice invece un saggio di Aldo Fegatelli Colonna, pubblicato da Mondadori e introvabile nelle librerie di Sanremo, «Luigi Tenco. Vita breve»: il cantautore sarebbe stato assassinato dal marito di Dalida, suicidatosi due anni dopo con la stessa pistola. I decani del Festival, discografici, maschere, critici ne parlano in sussurri. Dal fantasma non si sono mai liberati. Da quella volta non si lasciano mai soli i cantanti, la notte della sconfitta. Simona Ventura ride rumorosamente, felice. L' agenzia Apcom titola: «Primo colpo di scena a Sanremo: Megan Gale ha imparato l' italiano». Il vicino di stanza era Lucio Dalla. Racconta di essere stato lui a dare l' allarme, «mi sembrò che Luigi stesse male ma non capii, pensavo che avesse bevuto. Chiesi soccorso. Poi non ricordo più nulla». Altri dicono che lo trovò Dalida, la sua compagna, che con Tenco aveva cantato ed era stata eliminata. Poi scene confuse, uomini che entrano ed escono dalla camera 219, gli organizzatori che intimano al commissario Arrigo Molinari di far presto, Lello Bersani che dà la notizia in tv piangendo, il dubbio se sospendere il Festival o proseguire. Proseguirono. Vinse Iva Zanicchi in coppia con Claudio Villa. «Ciao amore ciao», la canzone di Tenco, divenne il sottofondo di un anno agitato, prologo di altri ancora più intensi. Oggi Marco Masini, perseguitato a lungo dall' ombra di una diceria stupida come ogni crudeltà, dietro le quinte dedica la sua canzone a Mia Martini, che da quell' ombra non è più uscita; «Almeno tu nell' universo» ora la cantano altre voci; non viene sua sorella Loredana Berté, che è stata la donna di Bjorn Borg e Ivano Fossati, viene Bettarini che è il marito centrocampista della Ventura. A ogni edizione spunta un segreto nuovo. Una versione diversa per ognuno di quelli che c' erano. E' suicidio, spiega chi ascoltò Tenco calcare la voce su un verso della canzone, «Sapere se domani si vive o si muore». Omicidio, scuotono la testa altri. Ma se accanto al corpo hanno trovato una bottiglia di grappa mezza vuota? Appunto, quando beveva Luigi diventava euforico, non triste. Solo l' autopsia farebbe tacere le voci, però non è mai stata fatta e il procuratore non se la sente ancora di ordinare la riesumazione, non vuole far soffrire la famiglia, prima ci sono altri indizi da cercare. Può sembrare strano che tutta questa gente sia qui per Danny Losito e Mario Venuti, ma forse è la transenna che li attrae, a ogni transenna di Sanremo c' è una piccola folla che vi si appoggia e se ne fa respingere. Vespa annuncia gli ospiti della mezzanotte, La Russa e Marco Rizzo, prossimamente Iva Zanicchi «in quanto vincitrice di Festival»; voci sull' arrivo di Apicella coautore dei testi del premier, «Meglio ' na canzone», Apicella-Berlusconi-Apicella. Irrompe Agnoletto, Santoro atteso per dopodomani. Raul Bova in maglietta bianca indice una conferenza stampa: «Sono pronto, se serve, a fare il valletto della Ventura». Serve. Raccontano a Sanremo che quella notte il corpo venne portato via e poi risistemato nella camera 219 per le esigenze dei fotografi. Alla madre dissero che il figlio era morto in un incidente stradale. Tenco lasciò un biglietto rancoroso, prosaico, non da lui: «Faccio questo come atto di protesta contro un pubblico che manda "Io tu e le rose" in finale». Scritto sotto dettatura dell' assassino, dicono. Adriano Pappalardo è sceso all' hotel Miramare, in tuta e dobermann al guinzaglio. Una signora avvicina Bruno Vespa: «Non potrebbe invitare pure il sottosegretario Maria Teresa Armosino? Sa, è mia cugina». In effetti l' italiano di Megan Gale è in netto miglioramento. Neppure i suoi antichi colleghi e amici ne parlano volentieri. Racconta Renzo Parodi nella biografia «Luigi Tenco» (Tormena Editore) che né Gino Paoli, né Mike Bongiorno, né Giorgio Gaber se la sono sentita di ricordare. Bruno Lauzi, che è andato al Controfestival di Mantova: «A Sanremo continua il tentativo di allontanare lo spettro di Luigi, pensando a un delitto o a un colpevole - ha detto a Parodi -. E' uno spettro che spaventa chi lo evoca». Non c' è un assassino, fa capire Lauzi, è il meccanismo del Festival: Tenco è stato eliminato. Bonolis e lo staff di Domenica In alloggiano al Royal, l' età media non è bassa, una turista si informa sui trattamenti di bellezza, «me spiace signo' - risponde Magalli -, niente massaggi, solo imbalsamazioni». Vespa scherza sul fantasma di Berlusconi da evocare a Porta a porta: «Stiamo provando i costumi e la canzone». Lucia Annunziata comunica: «Io a Sanremo non vengo» il premier paroliere veda un po' lui. Megan Gale si tiene in esercizio grazie alle conversazioni («Come sto? Bene, molte grazie») ai microfoni di RadioDue.
Aldo Cazzullo Vite Sospese

articolo tratto da "IL CORRIERE DELLA SERA" del 03/03/2004  

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