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TENCO: MOLTE DONNE NESSUN AMORE

Parlano gli amici di Recco

"Un ragazzo che parlava poco"

Forse pochi, tra i milioni di spettatori che hanno visto Luigi Tenco alla televisione giovedì sera, hanno resistito il mattino dopo, apprendendo la notizia del suo suicidio, alla tentazione di pensare: "Mi pareva di saperlo".

Non è vero, nessuno lo sapeva, neppure i suoi amici più intimi, nemmeno quelli che gli sono stati vicini fino all'ultima ora: altrimenti non lo avrebbero lasciato solo quando ha voluto abbandonare la compagnia dei colleghi riunitisi per commentare i primi risultati del Festival.

NON CANTAVA CON LA SUA VOCE

Nessuno sapeva che si sarebbe ucciso; però è vero che la sua uscita sul palcoscenico del "Salone delle feste" del Casinò di Sanremo, a passi rigidi, col volto cupo, coi capelli insolitamente lunghi e scomposti, ha dato a tutti una sensazione vagamente lugubre. Poi Tenco ha cominciato a cantare con una voce che non era nemmeno la sua, con gli occhi allucinati, e gesti innaturali: tanto che la canzone Ciao amore, ciao, ripetuta pochi minuti dopo da Dalida con ben altra disinvoltura scenica, non sembrava più la stessa.

A Recco, l'angolino d'Italia che è il paesetto della Riviera Ligure dove Tenco viveva, con la mamma e con un fratello sposato, venerdì mattina non si parla d'altro. A crocchi, sulla passeggiata a mare e nei bar, la gente fa il suo nome incredula, ciascuno cerca di raccontare qualcosa, l'ultima volta che l'ha visto, le parole che gli ha sentito dire.

"Era uno che non bazzicava la gente", dice il proprietario del bar "La perla", "un ragazzo calmo, tranquillo, parlava poco, ma ben visto, sa, educato, non faceva il personaggio...".

"Andava a pescare qualche volta, aveva pochi amici, io lo vedevo d'estate con delle compagnie di forestieri, ma più spesso solo...", dice un cliente del bar "Faro".

Era solitario, era educato, calmo, nessun pettegolezzo in famiglia, gente che stava bene, gente tranquilla... Perchè l'ha fatto?, si chiedono, perché, se aveva tutto...

UN ADDIO PUBBLICO

Dal bar "Faro" al bar "La perla", dal bar "Centrale" al bar "Orchidea" al bar "Lino"...Tutti lo conoscevano ma in realtà non lo conosceva nessuno. L'immagine che ne danno è sfuggente, sfocata, insipida. Un ragazzo tranquillo, silenzioso, riservato, che non ha mai fatto parlare di sé. Un ragazzo con dei sogni cominciati a gonfiarglisi dentro qui, a Recco, ma fioriti altrove, e chiusi a Sanremo, dall'altra parte della Riviera, non molto lontano.

Un ragazzo silenzioso, tranquillo, che ha cantato: "Ciao amore, ciao...Saper se domani si vive o si muore...Un bel giorno dire basta e andare via...". Una specie di addio pubblico, poi si è ucciso.



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