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"Ciao amore".....cortometraggio senza scopo di lucro

12 minuti di omaggio a Dalida

Perché Dalida?

Certe volte me lo chiedo anche io; non c’è un motivo preciso, anche se è certo che i grandi personaggi lasciano spesso tracce così forti ed intense che è impossibile non riuscire ad innamorarsene artisticamente.

Dalida ( o meglio, Jolanda Gigliotti ) ha lasciato un segno fortissimo nel cuore di moltissime persone ed è proprio al cuore di tutti quelli che guarderanno questo cortometraggio che ho cercato di puntare, cercando di fare un video di grande intensità emotiva.

Io ringrazio Massimo per lo spazio che mi ha concesso in questo sito e d'altronde è stato proprio grazie a Luigi Tenco che ho conosciuto Dalida!

Infatti nel mio passato c’è un trascorso da cantante di un gruppo emergente fiorentino ed ai tempi in cui prendevo lezioni di canto mi ricordo che provavo spesso un pezzo di Tenco che si intitola “Ognuno è libero” . Grazie a questa coincidenza ed ai racconti di mia madre ho scoperto Luigi Tenco, la sua storia e la sua musica e purtroppo anche il suo triste addio alle scene.

Tenco si è collocato nel mio cuore in un posto di tutto rispetto ma Dalida ( la cui conoscenza ho avuto modo di approfondire grazie a care amicizie a cui ancora oggi sono legato ) è diventata il mio idolo, la mia artista preferita.

Ho tentato a mio modo di interpretare visivamente le sue ultime ore di vita; ho scelto una sceneggiatura ed una scenografia volutamente un po’ teatrale e surreale dove ho tentato di spiegare il forte conflitto interiore che aleggiava in questa donna nei suoi ultimi anni di vita, il conflitto tra Jolanda “la donna” e Dalida “l’artista”.

Jolanda Gigliotti si è trovata a 54 anni sola, senza un figlio e senza un amore; ha capito che la più bella creatura da lei realizzata in vita era proprio Dalida, il suo personaggio e così si è fatta da parte, affinché la leggenda, la sua icona, vivesse per sempre nella immacolata bellezza del ricordo di tutti quelli che l’avevano conosciuta. Ho cercato di essere molto delicato, nel rimettere in scena la sua dipartita; spesso si è parlato della grande artista Dalida, che ha venduto 120milioni di dischi in tutto il mondo, della diva dagli splendidi vestiti, dei grandi spettacoli e dal repertorio così vasto ed eterogeneo che spaziava dalle canzonette d’amore ai grandi autori francesi, fino alla disco music. Ma in pochi, secondo me, hanno pensato alla donna, alla sua solitudine degli ultimi 3 o 4 anni di vita, alla tristezza nei suoi occhi, alle giornate passate al buio, in camera da letto, a fumare sigarette guardando vecchi films alla TV. E’ questa sua disperazione che ho cercato di far trasparire.

A questo conflitto interiore che la affliggeva, va certo ad aggiungersi quel rimorso che ancora 20 anni dopo scavava in lei: il sentirsi in un certo modo in colpa per la fine di Tenco, l’averlo forse spinto ( cercando di convincerlo ad affrontare il festival come un mezzo di promozione per la sua musica ) ad andare a Sanremo. Senza dubbio il suo è stato un gesto fatto col cuore, perché la sua canzone, quella “Ciao amore ciao” che raccontava di emigrazione verso la città, lasciando la terra natia era una tematica che lei aveva personalmente affrontato sulla sua pelle. Dalida in “Ciao amore ciao” ci credeva e ci ha creduto dopo, lo dimostrano le registrazioni dal vivo dei suo spettacoli, che documentano che lei ha sempre cantato in pubblico questa canzone, almeno fino al 1979.

Nel mio cortometraggio dunque, ecco che in scena appare anche Luigi, sottoforma di un pensiero di lei, o forse di un’entità, che lei chissà, forse si è sempre sentita vicina fino all’87.

Jolanda scrive una lettera a Luigi, una lettera forse metaforica ma senza dubbio l’ultima, perché ha già deciso che lo rincontrerà e che dunque non ci sarà dopo più bisogno di scrivergli. Luigi si siede sul suo letto e come accompagnandola nell’ultimo viaggio, si rende spettatore di questo passaggio di testimone, dove la donna si fa da parte e l’artista attende in ginocchio che le luci del palcoscenico della leggenda la illuminino per sempre.

Senza dubbio per questa donna, la storia con Luigi è stata la più intensa seppur breve, ecco perché il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi e spegnere la luce della vita va a quella notte di Sanremo.

Il budget a nostra disposizione per realizzare questo cortometraggio era molto limitato, ma nonostante questo ho voluto togliermi una soddisfazione personale: da sempre desidererei vedere “quella” serata, “quella” registrazione di “quel” festival ma sembra che oggi non ce ne sia più traccia. Ecco il perché abbiamo preso in affitto un teatro e voluto ricreare nel nostro piccolo, alcuni momenti di quella serata.

Ringrazio di cuore i miei co-produttori, ringrazio chi ha curato la parte tecnica e i due co-sceneggiatori; e ringrazio anche i due attori, che hanno da subito capito il senso e l’emotività del mio progetto. Hanno messo il cuore in questo lavoro. Grazie dunque a Piero Leccese, attore e ballerino professionista di danza moderna e a Daniela Guerra, una attrice dalle grandi doti artistiche ed umane.

Ho scelto Piero perché nonostante il pizzetto ed i baffetti, in lui ho notato una certa fisicità simile a Luigi Tenco; ho scelto Daniela perché, nonostante non somigli a Dalida, dalla prima volta che l’ho conosciuta ho “sentito” che solo lei poteva fare questo lavoro e credo di avere avuto ragione!

Cristiano Malvenuti

 


pagine autorizzate dal regista: Cristiano Malvenuti

 

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